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L'erba naturale cresce tra le fibre sintetiche
I prati ibridi tradizionali, in cui le fibre sintetiche sono mescolate con il substrato vegetale per rinforzare l'erba naturale, sono stati analizzati e confrontati con questa nuova tecnologia. Inizialmente, si chiarisce che i sistemi di erba naturale rinforzata utilizzano vari prodotti sintetici per potenziare l'erba naturale, distinguendosi quindi dai normali prati ibridi.
Tuttavia, la definizione di "prato ibrido" è ormai largamente accettata, riferendosi a una fusione funzionale, anziché genetica, tra elementi sintetici e naturali, simile a quanto avviene nel settore automobilistico con i veicoli ibridi. Il sistema POWERgrass è particolarmente innovativo perché offre una migliore condizione di gioco e crescita rispetto ai sistemi precedenti, rimanendo comunque completamente giocabile anche in caso di assenza di erba naturale.
Questo è reso possibile grazie a un substrato di crescita che supporta adeguatamente le radici e garantisce un campo performante in qualsiasi situazione, anche in condizioni di gioco estremo o meteo avverso. Il testo prosegue spiegando le problematiche dei prati ibridi tradizionali, che includono difficoltà nel fissaggio delle fibre sintetiche al supporto, condizioni di crescita sfavorevoli per l'erba naturale e una superficie di gioco eccessivamente dura.
Questi problemi possono portare alla debolezza del prato naturale e a spese aggiuntive per la sua riparazione o sostituzione. Il sistema POWERgrass, invece, affronta questi problemi utilizzando fibre sintetiche resistenti e resilienti, saldature efficienti per le fibre sul supporto traspirante, e un supporto aperto e tridimensionale che è soffice e flessibile, migliorando l'interazione della superficie di gioco con i piedi degli atleti e permettendo una crescita radicata più efficace.
Inoltre, il sistema si avvale dell'uso di ZOEsand, un ammendante che migliora il substrato di crescita fornendo porosità e conservazione dell'umidità, riducendo la compattazione del terreno e favorendo lo sviluppo sia sopra che sotto il supporto. Nel complesso, POWERgrass è presentato come una soluzione avanzata e brevettata che risolve le limitazioni dei prati ibridi esistenti, offrendo una lunga durata, riducendo i costi di manutenzione e migliorando l'esperienza di gioco.
L’innovativo prato ibrido POWERgrass contro i prati ibridi di vecchia generazione: definizione e confronto dei limiti e dei vantaggi.
La richiesta di prati ibridi è in continuo aumento perciò è bene fornire una chiara definizione e differenziare i prati ibridi dai sistemi di erba naturale rinforzata.
Analizzando la etimologia delle parole possiamo bene comprendere che per erba naturale rinforzata si intende: l’insieme di metodi che usano prodotti sintetici (microfibre, fibre elastiche, reticelle miscelate nel substrato vegetale di crescita, fibre sintetiche verdi impiantate nel substrato vegetale di crescita e l’erba sintetica integrata nel substrato vegetale di crescita) per rinforzare l’erba naturale.
All’interno questa categoria dunque ci sono anche i manti in erba sintetica che sono intasati con substrato vegetale di crescita laddove cresce l’erba naturale nello spazio tra le fibre sintetiche. Nella maggior parte dei casi tali manti comprendono un supporto (backing) studiato ad hoc che, almeno dal punto di vista teorico, dovrebbe far attraversare le radici per crescere anche nel substrato vegetale di crescita sotto il backing. In estrema sintesi l’erba naturale cresce e prospera all’interno di un manto sintetico.
Tanti definiscono dunque questa erba mista come “prato ibrido”, ma è bene fare un passo avanti per comprendere meglio di che veramente si tratta. Analizzando la etimologia della parola ibrido, dal punto di vista agronomico, tale termine sarebbe improprio perché ci dovrebbe essere una “fusione” genetica e questo è impossibile.
Perciò, considerando i vantaggi reciproci che tali sistemi offrono tra l’erba naturale e l’erba sintetica, possiamo affermare che si tratta di una simbiosi perciò sarebbe giusto fornire una definizione scientifica di “prato misto in simbiosi” oppure “erba mista in simbiosi”.
Tuttavia, prendendo spunto dal settore automobilistico è convenzionalmente accettato il termine ibrido di una vettura alimentata da due diverse fonti energetiche come la benzina ed l’energia elettrica. Facendo un parallelismo nel settore dei campi sportivi possiamo definire un “prato ibrido” una erba mista, naturale e sintetica in qui si possa giocare alternativamente con o senza l’erba naturale.
Questo coincide anche con la domanda del mercato ed è la preoccupazione di molti che usano il campo di gioco in modo estremo. In poca sostanza, stabilendo un nuovo standard di mercato possiamo definire che il prato ibrido è il sistema che fornisce le condizioni adeguate per la crescita di erba naturale fin dall'inizio ed un campo giocabile anche in quei casi in cui, per qualsiasi ragione (uso estremo, condizioni meteo o sbaglio umano), l'erba naturale potrebbe essere eventualmente danneggiata.
Il prato ibrido POWERgrass ha caratteristiche innovative e offre condizioni di gioco e di crescita migliori rispetto a qualsiasi altro sistema di erba naturale rinforzata oppure di vecchio sistema di prato ibrido ed allo stesso tempo offre un campo sportivo giocabile anche senza l’erba naturale. L'erba sintetica è stabile e l'erba naturale può essere facilmente installata con semplice semina.
Rinforzare l'erba naturale non è così semplice; bisogna rispettare le leggi della natura quindi favorire lo scambio gassoso nel substrato vegetale e contenere la sua densità entro 1300 kg/mc.
I prati ibridi non sono una novità! Il primo sistema è stato sviluppato negli stati uniti nel 1993. E' sembrato subito un’idea geniale, ma ha avuto una diffusione limitata per alcuni motivi, esaminiamoli:
- difficoltà di fissare le fibre sintetiche al supporto (backing) aperto :
- le radici forniscono sostegno all’erba naturale, assorbono l'acqua e il concime nel terreno e per svolgere la loro funzione sia loro che i batteri utili per mineralizzare gli elementi nutritivi hanno necessità di respirare; dovendo far respirare le radici e stimolare lo sviluppo in profondità, anche sotto il backing, non si poteva usare il classico tessuto (chiuso) in polipropilene (PP) e la spalmatura in lattice (SBR) o poliuretano (PU), necessaria per fissare le fibre al supporto nel caso dell’erba sintetica tradizionale; infatti, l'industria ha provato a bloccare le fibre d’erba sintetica ad un tessuto studiato ad hoc parzialmente biodegradabile, il quale nel corso del tempo avrebbe dovuto decomporsi parzialmente formando numerosi spazi alle radici per penetrare il supporto e farle crescere anche al di sotto, nel substrato vegetale; in realtà, la decomposizione non avviene in tempo, compatibile con le esigenze dell’erba naturale per un rapido insediamento, in quanto dipende da numerosi fattori tecnologici ed ambientali;
- nella maggior parte dei fabbricati d’erba sintetica per sistemi ibridi, il fissaggio delle fibre d’erba sintetica, risulta debole e con il tempo la degradazione parziale del supporto rischia di allentare ulteriormente il fissaggio delle fibre d’erba sintetica al supporto, quindi l’erba naturale resta semplicemente ancorata alla rete; le fibre dell’erba sintetica non contribuiscono alla stabilità e quando l'erba naturale è debole, oppure tanto usurata, cede ed insieme alle zolle dell’erba naturale vengono asportate via anche le fibre dell’erba sintetica insieme al substrato vegetale, scoprendo il tessuto, quindi bisogna fare il lavoro ex novo;
Attenzione! alcune società, ancora oggi, offrono un fabbricato per manti ibridi fissando leggermente le fibre dell’erba sintetica alla rete con valori di tenuta inferiore a 30 N; l'erba sintetica prodotta in questo modo risulta incompleta perciò durante l’intasamento con il materiale di riempimento non è possibile spazzolare intensivamente l’erba sintetica quindi sollevare le fibre dell’erba sintetica che devono necessariamente sporgere almeno 15-20 mm oltre il substrato vegetale; infatti, spesso osserviamo le fibre dell’erba sintetica sepolte nel substrato vegetale e non svolgono alcuna funzione di protezione della corona dell’erba naturale e l'unico rinforzo plausibile è il fatto che le radici si possano ancorare sulla rete dell’erba sintetica;
- condizioni di crescita dell’erba naturale sfavorevoli:
- in alcuni casi, durante il primo periodo di crescita, le radici non penetrano il supporto dell’erba sintetica (backing) finché esso non degrada parzialmente; nel mentre, si sviluppano in orizzontale sopra il backing contribuendo alla formazione del feltro; per supportare la crescita dell’erba naturale dal punto di vista idrico, si è costretti ad innaffiare spesso e di conseguenza le radici restano "belle comode" in superficie sopra il backing: è noto che un prato in queste condizioni non resiste allo stress di un calpestio intensivo,
- in alcuni casi, l'eccesso di umidità associato ad una ricca attività biologica consuma l'ossigeno (O2) nel terreno, dando inizio ad una attività anaerobica che consuma l'ossigeno dall'acqua (H2O) e dagli ossidi di zolfo (SO2 e SO3) liberando così idrogeno (H) e zolfo elementare (S); questi ultimi, formano un acido molto potente, un veleno tossico, l'acido solfidrico (H2S) contraddistinto dal caratteristico odore di uova marce; il persistere di queste condizioni provoca una intossicazione irreversibile dell’erba naturale che diventa rossa, priva di radici e muore;
- alcune aziende, fissano le fibre dell’erba sintetica al backing, spalmando un collante liquido su tutta la superficie o usando uno dei metodi classici per l'erba interamente sintetica, cioè l'uso di lattice, poliuretano, o termoplastico ed hanno un numero di fori "elevati" per favorire il passaggio delle radici; in verità le radici non passano, a causa del fatto che il numero di fori è limitato e soprattutto perché detto backing è piatto e liscio: gli spazi tra i vari fori, sono impermeabili, quindi l'acqua depositata sopra il backing forma una “barriera idrica invisibile”, per effetto della tensione superficiale dell'acqua che ostruisce lo scambio gassoso e di riflesso le condizioni di crescita per le radici non sono favorevoli sotto il backing; un'altra spiegazione plausibile è il fatto che l'acqua depositata sopra il backing contribuisce a trattenere un eccesso di umidità nella rizosfera sopra il backing, intensificando il fenomeno di intossicazione con la formazione dell'acido solfidrico (H2S).
- superficie del campo da gioco eccessivamente dura:
- nel corso degli anni si è sempre cercato di integrare l’erba sintetica con il substrato vegetale in sabbia seguendo le norme USGA; la sabbia è un materiale che forma un substrato di crescita altamente poroso circa il 35% (10% micro-pori e 25% macro-pori), anche quando è compattato quindi è permeabile all’acqua, ma dopo un certo numero di ore di gioco la superficie da gioco diventa dura sia per i giocatori ma anche per lo sviluppo delle radici ed il campo da gioco richiede l'intervento con la Verti-Drain per dissodare il substrato vegetale in sabbia;
- miscelando oppure impiantando in profondità delle fibre sintetiche nel substrato vegetale in sabbia la durezza del fondo aumenta e richiede interventi più frequenti con la Verti-Drain;
- in alcuni casi, l’applicazione di un tessuto a trama e ordito aperto forma una superficie molto compatta sotto di esso e le radici trovano maggiore resistenza e non penetrano più nel substrato vegetale in sabbia e se non si interviene, il campo da gioco subisce un indurimento anche nella parte superficiale ed il prato naturale tende a diradarsi;
- in alcuni casi, l’applicazione di una rete eccessivamente aperta favorisce la penetrazione della sabbia nelle maglie della rete ostruisce parzialmente i fori ed indurisce il supporto; infatti, nella compressione verticale provocata dai giocatori e dal transito delle macchine per la manutenzione, contribuisce la tensione orizzontale della rete; l’indurimento nella zona del backing è percepito eccessivamente in superficie dal giocatore ed allo stesso tempo le radici d’erba naturale trovano una resistenza meccanica eccessiva proprio perché la rete è parzialmente ostruita ed indurita.
POWERgrass®, prodotto e metodo: l'approccio risolutivo al problema.
La ricerca della soluzione alle problematiche precedentemente esaminate ha portato ad un lungo studio per comprendere in profondità i pregi ed i difetti del manto artificiale e del substrato vegetale.
Dopo uno studio lungo ed esperienza diretta sul campo che caratterizza i partner coinvolti nel gruppo POWERgrass abbiamo compreso che è fondamentale sviluppare un insieme indivisibile di caratteristiche essenziali per realizzare il sistema di erba ibrida ideale:
- impiegare fibre sintetiche robuste e resilienti per mantenere la posizione eretta sopra il piano di calpestio e proteggere veramente la corona dell'erba naturale;
- saldare bene le fibre dell’erba sintetica ad un supporto traspirante senza otturare la sua porosità è altrettanto d'obbligo per poter intasare il manto sintetico con il substrato sabbioso di crescita, spazzolando ed erpicando le sue fibre affinché esse sporgano sopra la superficie 20-30 mm e proteggere la corona dell'erba naturale; durante la manutenzione successiva è possibile quindi rimuovere il feltro (scarificare con le molle) oppure tutta l'erba naturale (re-turfing) senza rovinare le fibre sintetiche;
- impiegare un supporto (backing) per il manto sintetico, non biodegradabile, aperto, con struttura tridimensionale, quindi traspirante in modo uniforme su tutta la superficie; in dettaglio ci sono ulteriori aspetti che caratterizzano il supporto dell'erba sintetica, altrettanto essenziali per offrire un sistema ideale per il gioco e per la crescita dell'erba naturale, come per esempio:
- il supporto deve essere soffice e flessibile ad ogni incrocio tra i fori, per consentire una miglior interazione del tacchetto del giocatore con la pavimentazione ed evitare l'indurimento della superficie;
- il supporto deve avere elevata porosità dovuta ad oltre 160.000 fori interconnessi tra loro che, per merito della struttura tridimensionale, impediscono il ristagno idrico sopra la superficie e permettono lo scambio gassoso; allo stesso tempo, la dimensione e la forma dei fori è tale da a) consentire la penetrazione delle radici fin dall'inizio della crescita dell'erba naturale, quindi rinforzare l'ancoraggio della zolla d'erba che aumenta drasticamente la resistenza allo strappo provocato dai giocatori in scivolata e b) impedire il passaggio della sabbia, per mantenere aperta e soffice la struttura interna del supporto;
- infine, il supporto deve essere indemagliabile per merito delle sue fibre annodate ad ogni incrocio quindi non è possibile disfare la sua tessitura in seguito a multiple operazioni di bucatura necessarie per dissodare ed areare il substrato vegetale sabbioso sotto il supporto.
Tutte queste caratteristiche formano il fabbricato ideale per un sistema ibrido eccellente, più unico che raro, a livello mondiale, protetto da ben 3 domande di brevetto internazionali.
Il ZOEsand, l'ammendante elementare per il metodo POWERgrass
Un ottimo sistema ibrido richiede anche un substrato vegetale ad hoc per ottimizzare le prestazioni sportive, le condizioni di crescita dell’erba naturale e lo sviluppo delle radici sopra e sotto il supporto (backing).
ZOEsand è il risultato di una lunga ricerca ed intuizione grazie ad una profonda conoscenza dei due mondi: quello di erba naturale e erba artificiale.
Il ZOEsand aumenta la porosità e l'umidità trattenuta nel substrato di crescita sabbioso, fornisce le sue proprietà isolanti per ridurre variazioni di temperatura estreme nella rizosfera durante il caldo estivo ed il gelo invernale, attribuisce un effetto ammortizzante nella superficie sportiva, riduce la compattazione del terreno e la densità apparente del substrato di crescita.
Individuare la miscela idonea per la coltivazione dell’erba naturale in un sistema di prato ibrido non è stato semplice; sono stati necessari oltre 2 anni di studio e la sperimentazione di tutte le possibili combinazioni con le miscele disponibili sul mercato. Oggi i risultati stupiscono i migliori studiosi al mondo.
Grazie a questa ricerca è stata formulata una speciale miscela di sabbia basata sulle prescrizioni USGA, con un substrato organico vegetale: il ZOEsand, un brevetto perfetto da integrare nei prati ibridi.
L'ammendante ZOEsand contiene la torba di cocco, il sughero più pregiato e la sabbia di zeolite. Integrare nel substrato di crescita ZOEsand è altrettanto importante per migliorare le prestazioni, la resistenza, la durata, riducendo drasticamente i costi di manutenzione.
- la torba di cocco tratterà l'umidità e genererà humus nel terreno di crescita per fornire carbonio ai microrganismi di un periodo lungo;
- la sabbia di zeolite aumenterà la fertilità del suolo, aumentando CSC (Capacità di Scambio Cationica);
- il sughero gentile è stabile oltre il 60% per circa 100 anni ed è utilizzato per equilibrare la temperatura e il contenuto di aria/acqua nel substrato di crescita, ridurre la compattazione e fornire una superficie di gioco più morbida;